Pagina:Imbriani - Dio ne scampi dagli Orsenigo, Roma, Sommaruga, 1883.djvu/77

Da Wikisource.

dagli Orsenigo. 67

Maurizio, frattanto, o fiacchezza d’animo o robustezza della passione concetta, Maurizio non c’era verso, che la scordasse, alcuno. Il cuore, la fantasia avevan preso la cattiva abitudine di affaccendarsi con l’Almerinda; e non c’era via da risanare di cotesta Almerindite cronica. Sforzi per emanciparsi da tanta servitù del pensiero, oh ne fece; ma non gli valsero. Si appigliò agli eccessi d’ogni genere, chè un diavolo caccia l’altro; ma gli fu più facile perdere la stima ed il rispetto di sè stesso, che la memoria della sua donna. Anzi, quante più scapestrataggini faceva per dimenticarsene, tanto più gli era necessario di rimpiangere quell’amore, che aveva ritratta e preservata parte della sua gioventù da queste turpitudini. Ahimè! qual gusto può ritrovarsi nelle crapule e nella dissipazione, quando s’è una volta avvezzi all’amore? Chi trangugerà, con diletto, la volgare grappa, dopo delibata la sopraffina anaci di Bordella ed altrettali stomatici? Così visse, o meglio, trascinò la vita, per mesi parecchi. La campagna contro l’Austria del mille ottocensessantasei sopravvenne, promettendo a lui, come a tante altre anime inquiete, páce, o nella morte onorata del soldato o nella coscienza d’aver bene adempito al proprio dovere.