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Pagina:In Guittalemme - (il paese dei comici disperati) (IA inguittalemmeilp02libe).pdf/35

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mentre il pubblico si alzava come un sol uomo applaudendo freneticamente, io pensavo in quell'istante di essere un involontario omicida! M'avvicinai a quel corpo immobile, e, sollevandolo, gli domandai sotto voce se si era fatto male! Egli mi rispose con voce affannosa e soffocata: «Non sono io; sei tu che me lo hai fatto... il male!»

Si potè terminare la scena a stento; e, finito il terzo atto, non so dire quante parole di scusa adoperai per lenire al mio compagno d'arte le ammaccature delle sue povere spalle! Sentii un profondo rammarico dell'accaduto; ma, in compenso, nelle repliche susseguenti, ebbi un obbediente e sommesso Jago.

E destino che tutte le più singolari contrarietà devano succedere a un artista, quasi sempre nel primo esperimento d'un suo elaborato studio. Leggendo il fatto che narrerò, non credo sia anima gentile, che, immedesimandosi nel sentimento d'un artista, non provi senso di commiserazione, e direi quasi di orrore! Nel paese dei comici disperati.

Nel paese dei comici disperati 3