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Pagina:In Guittalemme - (il paese dei comici disperati) (IA inguittalemmeilp02libe).pdf/36

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A Bologna era morto un valente artista tragico, chiamato Lombardi, che, tanto nella parte di Oreste, quanto in quella di Orosmane nella tragedia del Voltaire, Zaira, aveva lasciato nel pubblico un ricordo incancellabile. Da qualche tempo io aveva studiato con vera passione questo carattere; o, dietro ripetute istanzo, mi lasciai persuadere a rappresentarlo nel campo stesso dell’estinto mio antagonista.

L’Orosmane, a Bologna, in quel Teatro del Corso, era per me come per Cesare il passaggio del Rubicone!

Venne la gran sera: armato di coraggio, sorretto dalla profonda conoscenza della parte, e corredato da un vero, ricco, elegante costume orientale, mi presento a fronte del mio giudice, non implacabile, ma rigorosamente giusto. A mano a mano che l’aziono si svolgova, l’interesse andava crescendo, sino a che il pubblico e gli artisti salirono a un grado d’ontusiasmo, che ben difficilmente si uguaglia o si ripete nel periodo di lunghissimi anni.

Era un vero delirio!

La soddisfazione d’aver vinto una si difficile battaglia mi faceva fremere i nervi, bollire il sangue nello veno: mi sontivo la forza di