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Pagina:In Guittalemme - (il paese dei comici disperati) (IA inguittalemmeilp02libe).pdf/39

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Ripetei la tragedia e alcuni pretesero che mai più avrei rappresentato quella scena con maggiore intensità di rabbia e di furore. E anch’io ne sono convinto! Se non son morto in quella circostanza, c’è da scommettere che non morirò, certo, sulla scena!

Le bastano?

Io credo di si...

Ora, lasci che glie ne conti uno del quale fui spettatore a Padova.

Ero con Gustavo Modena a un teatro chiuso, mentre all’«Arena» recitava la Compagnia Ferri.

Facevano, quel giorno, il dramma popolare Boeumundo d’Altemhurgo. All'ultimo atto si presenta un padre, che, cadente per l’età, e per le sofferenze di una lunga prigionia, vien liberato, e riconosce la figlia.

Un certo Dorati, abilissimo artista, ma mezzo pazzo, che fini poi per suicidarsi in un camerino del teatro «Carcano» a Milano, rappresentava quella parte.