Vai al contenuto

Pagina:In morte di Lorenzo Mascheroni.djvu/28

Da Wikisource.

(28)

Vidi in cocchio Adelasio, ed in catene
Paradisi e Fontana. Oh sventurati!
222Virtù dunqu’ebbe del fallir le pene?

Cui non duol di Caprara e di Moscati?
Lor ceppi al vile detrattor fan fede
225Se amâr la patria o la tradìr comprati.

Containi! Lamberti! oh ria mercede
D’opre onorate! ma di re giustizia
228Lo scellerato assolve e il giusto fiede.

Nella fiumana di tanta nequizia,
Deh! trammi in porto, io dissi al mio Fattore,
231Ed ei m’assunse all’immortal letizia.

Nè il guardo vinto dal veduto orrore
Più rivolsi laggiù, dove soltanto
234S’acquista libertà quando si muore.

Ma tu, che approdi da quel mar di pianto,
Che rechi? Italia che si fa? L’artiglia
237L’aquila ancora? O pur del suo gran manto

Tornò la madre a ricoprir la figlia?
E Francia intanto è seco in pace? O in rio
240Civil furore ancor la si periglia?