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Pagina:In morte di Lorenzo Mascheroni.djvu/80

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Tutti dell’aure i garruli sospiri
Eran queti, e le foglie al suol cadute
99Si movean roteando in presti giri:

D’ogni parte al coperto le pennute
Torme accorrono, e in tema di salvarse
102Empiono il ciel di querimonie acute;

Fiutan l’aria le vacche, e immote e sparse
Invitan sotto alle materne poppe
105Mugolando i lor nati a ripararse;

Ma con muso atterrato e avverse groppe
L’una all’altra s’addossano le agnelle,
108Pria le gagliarde e poi le stanche e zoppe.

Cupo regnava lo spavento; e in quelle
Meste sembianze di natura il core
111L’appressar già sentìa delle procelle:

Quando repente udissi alto un rumore
Qual se a’ tuoni commisto giù da’ monti
114Vien di molte e spezzate acque il fragore.

Quindi un grido: ecco il turbo: e mille fronti
Si fan bianche; e le nebbie e le tenébre
117Spazza il vento sì ratto, che più pronti