Pagina:Infessura - Diario della città di Roma.djvu/28

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xxvi o. tommasini

Di tutti questi manoscritti assai diverso è il valore1 . I più antichi e pregevoli recano nel testo la lezione schietta, favorevole alla causa popolare e Colonnese, cui lo scrittore è devoto2; gli altri l’ingarbugliano e sovente l’alterano secondo contraria inclinazione di amanuensi, favoreggiando la fazione ecclesiastica ed Orsina. Inoltre i manoscritti più antichi, o che da questi derivarono, serbano più frequenti le vestigia del volgare romanesco, proprio dell’autore; gli altri invece vanno toscaneggiando e racconciando periodi secondo grammatica; quelli si contentano di cominciare dal brano di leggenda da cui fu iniziata l’edizione presente, annotando che manca il principio; questi invece principiano colla solennità della narrazione, da me relegata in appendice; taluno vuol ridurre tutto il testo ad una lingua sola, latina o italiana che siasi; tal altro incorpora postille nella lezione primitiva. Secondo i criteri accennati i manoscritti si distinguono pertanto in due classi principali:

Comincia la classe 1ª: «pontificalmente, e disseli: piglia tesauro»:

A B1 B3 C C1 F F1 F2 G L2 L4 M1 M2 M3 O O1 P P5 P6 R R1 S S1 T V V1 V2 Y.

Comincia la classe 2ª: «Nell’anno del Signore 1294 nella vigilia di Natale»:

A1 B B2 B4 B5 B6 C2 C3 C4 C5 E G1 L L1 L3 M M4 N P1 P2 P3 P4 P6 P7 P9 P10


  1. I frammenti di mss. a e b che citiamo tra le varianti a p. 174, corrispondono alla descrizione che n’è data nell’Arch. Soc. rom. st. patr. XI, 535, nota 2.
  2. Cf. Arch. Soc. rom. st. patr. XI, 535 sgg.