Pagina:Infessura - Diario della città di Roma.djvu/30

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xxviii o. tommasini

collazionato e corretto dal Valesio; e dalla comparazione parve risultare che se R1 à il gran pregio di non alterar mai la lezione per preconcetto dell’amanuense, se la presenta migliore, per esser certo condotto sopra miglior codice e però, anche dove erra, rimette non di rado sulla via di ritrovare la forma genuina del testo, guasta attraverso svarioni gradatamente trasformatisi per ignoranza e incuria di trascrittori; il ms. R, segnatamente nella parte latina del Diario, conduce a rettificazioni grammaticali, che sembrano risultare più spesso dall’avere sciolto senza errore l’abbreviature di cui ebbe ad esser irto l’archetipo, che dal proposito di correggere per dar garbo al dettato, con preconcetto di retore. Inoltre, nella scrittura dei numeri serba traccia dell’uso più antico, sia notandoli in caratteri romani, sia mescendo caratteri e cifre. Segna bensì le date giornaliere più spesso in numeri arabi, e talvolta dimostra a quali corrompimenti del testo potè gradatamente dar luogo quella promiscuità di pratica. I manoscritti Vallicelliani S, S1 furon pure tenuti a costante riscontro; e questo secondo, che già servì al Rainaldi e porta note di lui, parve concorrere coll’altro codice Vaticano per supplire al danno dell’autografo smarrito. I due codici Chigiani C1 C2 e il Corsiniano C3 rappresentavano ciascuno una tendenza pregiudicata della critica rispetto alla schiettezza del testo, che era conveniente non perdere mai di vista, dacché il primo offriva le alterazioni indotte nel Diario dallo studio di parte Orsina; l’altro tutte le azzimature del dettato, di che poteva esser capace un secentista; e però restringeva in canaletti, secondo lui, scevri di melma, l’onda libera e qualche volta torbida o scarsa del nostro scribasenato. Il codice