55Te dentro la Dittea romita foce
Accolgono le ninfe, e il sonno adesca
Alle tue cune di Adrastéa la voce.
Le poppe di Amaltea ti furon esca,
E dell’Ape Panacri i dolci studi,
60Fama di cui sull’Ida ancora è fresca.
Moveano Coribanti armati ludi
Ne’ tuoi vagiti, e le brandite spade
Fallian Saturno e i risonanti scudi.
In vita t’accrescevi ed in beltade;
65Bionda calugin ti fioria le gote
Per tempo, e precorrea senno ad etade.
Debitamente dell’eteree rote
Fu conceduto a te lo scettro eburno;
Di vecchia opinion son false note,
70Che sorteggiando i figli di Saturno
Partirono gl’imperi; e fia chi pogna
L’inferno a par del bel tempio diurno?
Di cose uguali sorteggiar bisogna
(Troppo è dal Cielo alle contrade morte)
75Nè mentir ciò, che ha faccia di menzogna.