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Pagina:Invernizio - La trovatella di Milano, Barbini, Milano, 1889.djvu/74

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Gabriele le cinse con le braccia la vita e traendola dolcemente a sè, le disse con voce tenue come un sospiro:

— Adriana non piangere, non affannarti: io sono tuo per amarti, ed obbedirti: ripartirò...

— Grazie, amico mio... grazie.

Si scambiarono uno di quei baci lunghi, soavi, che sembrano voler assorbire la vita; poi il giovane balzò in piedi.

Maria si era avvicinata...

— Io rimango qui — disse con un sussulto convulso — perchè quando la signora si sarà spiegata con suo marito, sarò io che gli parlerò.

— Siete nel vostro diritto, nè ve lo contendo — rispose con dolcezza Adriana — venite Maria, venite con me: a rivederci Gabriele...

Fece un passo per allontanarsi, ma in quel momento si udì un lontano rumore di sonagliere...

— È lui che torna — disse vivamente Adriana — Gabriele... non avete più tempo a ritirarvi, rimanete qui nascosto...

E prendendo una mano di Maria, la trasse seco, aggiungendo:

— Rientriamo subito, non vi è un minuto da perdere...

Maria la seguì senza dire una parola, ma se Adriana avesse guardato il suo volto, sarebbe rimasta atterrita, tanto ne era terribile l’espressione, tanto esprimeva la collera, il dolore, la disperazione!