Pagina:Invito a Lesbia Cidonia ed altre poesie.djvu/56

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52 altre poesie

Poi vidi in mezzo al mare
Glorïoso naviglio,
Ricco di mille palme, e vincitore
45Ben cento volte del marin periglio;
Con vele porporine,
In chiarissimo giorno, e senza nubi,
Tingere d’ostro e d’or Tonde marine:
Parea che il flutto, ovunque egli sen gisse,
50Riverente s’aprisse;
E mansueti i pesci ed i saltanti
Delfini in varii giri,
Su per l’umido regno,
Desser tutti di letizia segno:
55Quando una nube su pel Ciel si stende,
E con nero velame il giorno fura,
Tingendo il Cielo e il mar d’alta paura.
Fierissima procella,
Quale non vide l’Ocean giammai,
60Di quella nave si superba e bella,
Qual facesse governo io non saprei.
So ben che in men d’un’ora,
Rasserenato il Cielo,
I fregi d’or dell’infelice prora,
65Eran su flutti qua e là natanti:
Spettacol di spavento a’ naviganti.
E vidi dopo in un medesmo giorno.
D’alabastri e di marmi
Torreggiante palagio in su d’un colle:
70Le spazïose porte,
Effigïate di metallo, e lungo
Ordine di marmoree colonne,
E simulacri di famosi eroi,
Vivi spirare, e da mill’armi e mille
75Uscire ancor le belliche scintille:
E sull’ingresso un lauro trionfale,
E un pacifico ulivo insieme intesti
Mille simboleggiar fregi celesti,
Quando improvviso fulmine,
80Segnando il ciel di sanguinose strisce,
L’aria d’un tuono orribile stordisce;
Nè già l’arresta il lauro,
Che là non vuoti l’ira,
U’ la mole bellissima s’ammira;
85Si che all’aprir del ciglio.
Che per terror si chiuse,
Apparver nella cenere fumante
Tutte le sue bellezze arse e confuse.
Allor chiara una voce
90All’orecchio mi giunse,