Pagina:Ioannes Baptista a Vico - Opera latina tomus I - Mediolani, 1835.djvu/128

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98 de antiquissima

che esser le guise con le quali ciascheduna cosa particolare è portata all’attual suo essere da’ suoi principj, fin donde da prima si mossero e da ogni parte onde si mossero: e così la guisa vera di ciascheduna cosa è da rivocarsi a Dio; e per conseguenza i Generi sono non per universalità, ma per perfezione infiniti: e questo essere il brieve e vero senso del lungo ed intricato Parmenide di Platone; e questo intendimento doversi dare alla famosa Scala delle Idee onde i Platonici pervengono alle perfettissime ed eterne. Confermo ciò dagli effetti, numerando strettamente i beni che le idee, i mali che gli universali portano all’umano sapere. Pruovo che le forme fisiche sono formate dalle metafisiche; e poste al paragone, queste vere, quelle false si trovano; queste simulacri ed apparenze, quelle salde ed intere. Ma perchè gl’impronti portano evidenza di sè, raziocinio di ciò che significano; perciò mentre io considero la mia forma particolare posta nei mio pensiero, non ne posso dubitare in conto alcuno; ma addentrandomi nella forma metafisica, trovo esser falso ch’io penso, e che in me pensa Dio; e così intendo in ogni forma particolare esser l’impronto di Dio. Ma riflettendo che i generi sono nelle scuole detti materia metafisica, osservo esser ciò detto sapientemente, se il detto in questo sentimento si prenda, che la forma metafisica consista in esser nuda di ogni forma particolare, cioè a dire, che ella riceva tutte le particolari forme con tutta la facilità ed acconcezza; e quindi raccoglio la forma a cui debba il saggio conformar la sua mente.

Prosieguo il cammino, e pruovo che vera anzi unica causa è quella che per produrre l’effetto non ha di altra bisogno; come quella la qual contiene dentro di sè gli elementi delle cose che produce, e li dispone, e sì ne forma e comprende la guisa, e comprendendola, manda fuori l’effetto. Questa definizione della causa, non istabilita in metafisica, ha fatto cader molti in moltissimi errori, che hanno opinato Dio oprar come un fabbro, e le cose create esser d’altre cose cagioni, e non piuttosto parti delle guise che comprende la mente eterna di Dio. Ma non è da tralasciarsi quello, che, per non essersi considerata la vera causa, comunemente sono stimate le matematiche essere scienze contemplative, nè pruovar dalle cause; quando esse sole tra tutte sono le vere scienze operatrici, e pruovano dalle cause, perchè di tutte le scienze umane, esse unicamente procedono a somiglianza della Scienza Divina.

Infin qua si è formato il capo della nostra metafisica: ora succede il corpo, per cosi dire, ed entro nel vasto campo dell’essente, e col lume delle verità geometriche acceso al fonte d’ogni lume dell’umano sapere, dico la metafisica, fo vedere l’essenza (perciocchè il nulla non può cominciare nè finire ciò che è; e ’l dividere è in certo modo finire), fo vedere, dico, l’essenza consistere in una sostanza indivisibile, e che altre