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prime influenze italiane sul popolo rumeno,ecc. 37


dei Tartari di qualificar ogni antico castello forte col nome di «Ginivis-Calesi».

6. Già nel 1455, vicino al momento in cui Pietro detto Aron, principe di Moldavia, accettava di pagar al Sultano 2.000 ducati ungheresi all’anno e pensava assicurarsi con ciò il diritto di negociar sul Mar Nero, pescatori moldavi aggredivano ’l castello di Lerici, «Illex», alle bocche del Dniepr, appartenente ai fratelli Senarega, e se ne impadronivano: i Caffesi non ardirono riprenderlo. Nel 1456 fungeva in Moncastro un’agente genovese, che faceva arrestare i soldati fuggitivi di Trebisonda e proteggeva i negozianti in cerca di grano; la communità, presso che autonoma, dei «jupani» di Moncastro mandava i suoi ambasciatori a Caffa. Nel 1462 il Moldavo Stefano, coll’aiuto della flotta turca, cercò di prender al suo vicino e parente Vlad Țepeş Licostomo-Nuova, Chilia, edificata sulla sponda moldava del Danubio, e che gli Ungari custodivano già dal tempo di Pietro Aron. I Caffesi sostennero la causa del principe valacco e Stefano non conseguì il suo intento che dopo la fuga di Vlad, nel 1465. In Caffa si fecero regali e grandi onori all’ambasciator moldavo che portò la nuova «de la soa bona victoria»; il barbiere di Stefano, cioè il suo medico, Zoane, era un Genovese che serviva da mediatore tra i suoi concittadini ed il possente principe del basso Danubio. In iscambio molti tra gli «orgusi» che