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chismo luterano nelle mani dei contadini rumeni che abitavano nel suo distretto.

11. Relazioni con Italiani e colle città e Corti italiane si ebbero in questa seconda metà del secolo decimosesto, mentre correnti tedesche, ungariche, polacche dominavano la vita culturale rumena, soltanto pei pretendenti raminghi, che cercavano nei lontani paesi dell’Occidente il necessario appoggio per arrivar a Costantinopoli e per poter ivi conseguir il loro ultimo desiderio, ovvero pella propaganda cattolica, diventata più attiva in Oriente doppo i successi della Riforma e la creazione susseguente della nuova milizia pontificale dei Gesuiti.

Già «duca Iani» aveva domandato a Brusselle all’ambasciatore veneto protezione ed impiego. Il curioso avventuriere «Despota», di cui il nome vero era Giacopo Basilico, mà che ardiva intitolarsi anche marchese di Samo e Paro e discendente degli Eraclidi, questo Candiotto, copista di manoscritti in Roma — parlava bene italiano — , poi corteggiano di Cesare Carlo V, visitò principi tedeschi e signori polacchi prima di stabilirsi per la conquista nel regno di Moldavia, che conservò soltanto tre anni (1561-3), cercando di introdur col socinianismo religioso l’insegnamento superiore latino nella sua scuola di Cotnari, presso alla chiesa luterana di cui si vede ancora la mole rovinata. Chiamò dagli Stati vicini i suoi secretari, maestri e condottieri. Ad ecce-