Pagina:Irving - Lo straniero misterioso (1826).djvu/11

Da Wikisource.

7

zione. Seriamente fra questi osservai un giovine, che, senza trovare, a quanto parea, alcun diletto, o prender parte nella comune allegria, pur sembrava mettere studio a comporsi ad ilarità come gli altri. Era egli alto e magro, e di una fisonomia che gli conciliava favore: avvenenti, benchè assai smunte, le sue fattezze. Una lucida nerissima capigliatura che, in leggiere anella formata, abbellivagli il capo, faceva antitesi con la pallidezza straordinaria delle sue guance. Corrugata erane la fronte, e vedeasi come i solchi che gli si scorgeano sul volto dovessero essere stati impressi dalle cure, non già dagli anni, chè niun non potea dubitare non fosse nel fiore di sua giovinezza. Pieni di espressione e di fuoco apparivano i suoi occhi, però stralunati e non mai fermi un istante; a guisa d’uom tormentato da qualche sbigottimento o stravaganza di fantasia. Notai che, ad onta di ogni suo sforzo per raccogliere le idee ai discorsi della brigata, nel volgere che facea adagio il capo all’intorno, non si stava mai dal guardarsi ad una spalla, e allora ritorcea il guardo, e parea preso da un subitaneo raccapriccio come alla vista di penosissimo oggetto. La stessa cosa da un minuto all’altro si ripetea, onde si era appena riavuto dall’ultima impressione, quando io vedea i suoi occhi avviarsi lentamente ad affrontare la successiva.

Dopo essere rimasta qualche tempo seduta ivi quella brigata, pagò il conto de’ gelati presi, e partì. Essendo stato ultimo a togliersi di là il giovine da me particolarmente notato, osservai che andando fuor della porta continuava a volgersi occhiate alla spalla nello stesso tenore di prima. Io era nell’età la più cedente di tutte l’altre ad ogn’impulso di romantica curiosità, nè potei resistere a quello di alzarmi e seguirlo. La brigata d’amici s’incamminava pian piano sotto i portici, discorrendola in allegria lungo la strada. Giunti questi alla Piazzetta, si fermarono in mezzo di essa per contemplare a lor bell’agio la vaga scena di una di quelle notti illuminate dalla luna, così chiare e splendenti