Pagina:Isernia - Istoria di Benevento I.djvu/119

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dell’acquedotto, e quando ebbe luogo la ricostruzione di varie parti della città vennero veduti altri piccoli acquedotti che, diramati dalla gora maestra, menavano le acque in diversi luoghi.

Fra gli avanzi dei nostri antichi monumenti debbono essere ricordati i varii pezzi dei due obelischi che ci furono conservati. Gli antichi abitatori di Benevento, come tutti i popoli d’Italia, tra le loro moltiforme idolatrie, idoleggiavano anche il sole, e pochi anni or sono vedeasi in Benevento una tavola di marmo sacrata al sole, di cui fece menzione Giordano de Nicastro, e che poi andò dispersa. E anche gli obelischi erano consacrati al sole. Numa Pompilio ne fece erigere un primo in Roma, e anche in Benevento (Giordano Nicastro) tuttora veggonsi le reliquie di tali obelischi, di cui l’altezza e quando si spezzassero ci è ignoto. La punta di uno di essi, essendosi casualmente rinvenuta, fu soprapposta ad una base e piedistallo di marmo, e rizzata nell’atrio della Chiesa Metropolitana, aggiungendovi sulla cima una palla di bronzo con una croce. Un tale obelisco fu tolto dalla sua base nei restauri successivi e tutt’altro che felici del detto Atrio; e fino a poco tempo fa ne giaceano i pezzi nel cortile dell’Arcivescovado, non avendo voluto giammai la Curia farne dono al Municipio, cui spettavano di dritto. Un altro pezzo di obelisco fu scoperto allorchè crollò gran parte della chiesa di S. Bartolomeo. Infine un terzo pezzo lavorato ad uso di architrave di finestra stava infisso in uno dei grandi finestroni della cupola della stessa chiesa, e si argomentò da qualcheduna delle lettere geroglifiche in esso superstiti, che doveva far parte dell’obelisco; e tuttavia venne nella nuova chiesa murato.

Fu opinione del Nicastro che tutti i pezzi rinvenuti appartengano a un solo obelisco, ma non debbo tacere che le indagini susseguenti dissiparono un tale errore, e nell’obelisco eretto da pochi anni sulla piazzetta di S. Anna si accertò trovarsi un pezzo affatto simile a quelli dell’altro obelisco, rimasto sino a poco tempo or fa in abbandono nei cortile del palazzo Arcivescovile, L’origine degli obelischi beneventani, e