Pagina:Isernia - Istoria di Benevento I.djvu/118

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pozzi, ed abbisognando essi più che noi di acqua copiosa per l’uso dei bagni caldi e freddi, aprirono una gora o condotto sotterraneo, pel quale fu trasportata in città parte del fiume Sabato, arricchendola di acqua bastante non solo alle svariate necessità della vita, ma anche ai lussi edilizii degli abitanti. L’opera riuscì corrispondente alla romana magnificenza, e per essere Benevento situata in rupe, e il fiume basso rispetto alla città, si giudicò indispensabile, traforando parecchi colli, principiare la gora presso la terra del Tufo, otto o più miglia discosta da Benevento, cioè innanzi che il fiume accavallando si apra il passo fra i monti per entrare nella valle intorno Benevento. Cominciando adunque dalla terra del Tufo correva fino al luogo detto lo stretto di Valva per i fianchi dei colli e i monti di Altavilla e Ceppaioni, che cingono la sinistra sponda del Sabato. E, benchè Benevento giaccia alla sua destra, fu mestieri dar principio alla gora dalla sponda sinistra, perchè alla destra si distendono delle pianure, onde a levar su l’acqua a livello della città sarebbe stato necessario innalzare per più miglia con intollerabili dispendii altissimi pilastri ed archi. Nello stretto di Valva, mediante un ponte sostenuto da due pilastroni, trascorreva la gora del fiume, e si metteva alla destra riva, ove per i colli delle terre di Chianche e Pagliara estendevasi nelle terre di Montorsi e delle Guardie sul beneventano; sicchè trovavasi in piano ove più si alza la citta, cioè lungo la strada detta del Castello, onde agevolmente introdotta l’acqua in piccoli canali si diffondeva pei dintorni di Benevento; e in più luoghi se ne scorgono anche ai nostri giorni i vestigi. E anzi lo stesso serbatoio in cui si versava l’acqua vedeasi non è molto presso il monastero dei Cappuccini, ed ivi gli acquedotti si elevavano in guisa che senza chinarsi qualsiasi uomo anche di altissima statura poteva entrarvi. Ma dopo alquanti passi miravasi ingombrato dal terreno il suddetto serbatoio, e la parte di esso più prossima agli acquedotti fu colmata di terra. Poi, nel riedificare varii edifizii ruinati dai tremuoto, si scoprì in più luoghi il cammino che dentro la città formava il ramo principale