Pagina:Isernia - Istoria di Benevento I.djvu/117

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gnifici per gli ornamenti esteriori, e per la loro ampiezza. Essi si componeano di varie stanze. La prima si disse Sferisteo dalla forma sferica, ed era destinata al giuoco della palla. L’altra era detta Apoditerio, cioè spogliatoio, perchè tutti coloro che intendeano bagnarsi poneano in essa le loro vesti, le quali erano custodite da un ministro denominato Capsario. Attigua alla stessa era la terza stanza detta Untoria, ove aspergeansi di preziosi liquori coloro che facean ritorno dalla lotta. Eravi infine una quarta stanza chiamata Vascola, o secondo altri lavatoio, perchè conteneva la vasca o pila detta labrum, ed ivi facean dimora coloro che attendeano gli amici e i compagni prima di bagnarsi. E appunto il gran vaso che ai nostri giorni tien luogo di sacro fonte nella nostra cattedrale è il labrum antico dei bagni beneventani, poichè è del tutto conforme a quello della Rotonda di Roma, di cui il chiarissimo Guglielmo Choul riportò il disegno nel suo trattato dei bagni ed usi antichi. E che in Benevento ai tempi della Colonia Romana fossero state le terme e i bagni caldi, cioè stufe e sudatori, si rileva da varie iscrizioni, e specialmente da una in cui si fa parola di Sattio Crescente ristoratore di talune terme, e da quelle che ci tramandarono la memoria delle splendidissime terme fatte erigere dall’imperadore Commodo, e perciò dette Commodiane, le quali in processo di tempo furono di assai migliorate da Narsete. E infine, per ciò che concerne il sito occupato dal vetusto edifizio delle terme beneventane, le più antiche scritture consuonano mirabilmente con la immutata tradizione che esso fosse stato eretto in quel punto della città, ove ora s’apre il vicolo che si domanda vico dei bagni, e in cui in tempi non remoti se ne scerneva qualche avanzo.

Dell’antichissimo acquedotto romano fu in questi ultimi tempi distrutto ogni vestigio, ma in antiche scritture beneventane mi fu dato di rinvenirne la esatta descrizione. Conoscendo gli antichi che la città situata fra due fiumi in asciutto, era astretta a mendicare fuori dei muri con disagio l’acqua, o dentro di quelli con istento da profondissimi