Pagina:Isernia - Istoria di Benevento I.djvu/146

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Ai suoi lati, pochi lustri or sono, attergavansi due mediocri casette, che furono, per consiglio di un distinto architetto dell’ordine dei Gesuiti, acquistate dal Municipio e demolite, isolandosi l’Arco, come nella sua prima origine, affinchè si fosse potuto osservare da ogni lato. Il Ministero della Istruzione nominò, non è molto tempo, una Commissione, e promise dei sussidii per la conservazione dei nostri antichi monumenti, e specialmente dell’Arco Traiano, che ha testé dichiarato monumento nazionale. E il nostro Municipio, in seguito a ciò, disegnava diroccare due case collaterali all’Arco, e due muretti di cinta dei giardini attigui ai palagi dei marchesi Andreotti e Carife, per dar luogo ad una specie di piazzetta davanti allo stesso; e fece anche pensiero di rimettere quei pezzi che mancano della cornice dell’attico, e di far eseguire dei restauri alla cornice dell’ordine sottostante che si conserva molto meglio che quella dell’Arco Tito in Roma.

CAPITOLO XVI.


Gran parte dei moderni scrittori, che presero a indagare le antichità di Benevento, sostengono che la repubblica beneventana fosse stata adorna di tutti gli ufficii civili istituiti in diversi tempi in Roma; e a me pare che in ciò essi diano nel segno, come risulta da molte iscrizioni.

Infatti in una colonna, rinvenuta nella fabbrica che si giudica appartenere alla chiesa di S. Maria a Voto (Scheda Colle de Vita), si leggono le parole:

V. CERVIO. A. F. COSUL.

DEDICAVIT.


Una tale iscrizione rende certa l’opinione del Garrucci, a cui annuì Henzen istesso, il quale negli Scavi nel bosco sacro afferma che «le recenti scoperte del P. Garrucci non consentono più di dubitare della esistenza dei consoli mu-