Pagina:Isernia - Istoria di Benevento I.djvu/187

Da Wikisource.

— 178 —

come un feudo del reame d’Italia, e per questo i suoi duchi non disconobbero per loro sovrani i re longobardi, e in segno di riconoscimento pagarono ad essi l’annua somma di sette mila scudi d’oro, corrispondenti a 25 mila scudi della moneta romana. E siccome la successione al ducato era elettiva, così fu statuito che i duchi dovessero sempre essere eletti dai re à’ Italia; ma in seguito questi non più ritennero una tale facoltà, sia per la loro lontananza, sia per la lunga guerra combattuta con Carlo Magno; dimodochè ai beneventani fu conceduta intera balia di eleggere a lor grado il duca.

E, affinchè all’elezione si fosse proceduto senza condizioni di sorta, si divisero i beneventani in quattro ordini: il primo si componea di ecclesiastici, il secondo di magnati, il terzo di uomini ascritti alle milizie, e il quarto di popolani. Ma qui fa d’uopo notare che nell’ordine dei magnati, il quale, in quanto alla dignità, reputavasi il secondo, non erano ascritti tutti i nobili, giacchè quelli ai quali facea difetto un censo determinato non conservavano la qualità di nobili, ma rientravano nel popolo. E da ciò nacque che raramente vedeasi un nobile scaduto che non appartenesse all’ordine militare o ecclesiastico. E per questo il nome di popolo soleasi prendere in due diversi significati: perchè o denotava la classe dei cittadini che formavano il quarto ordine, o significava la sola plebe, la quale non era tenuta in alcun pregio, non prendea parte nella elezione dei principi, nè partecipava al governo dello Stato. A questi medesimi ordini si accordava il dritto di eleggere i vescovi, sebbene per lo più accadesse che in tali elezioni i sovrani usassero con felice successo tutte le arti per tirare a sè i voti della massima parte degli elettori.

Alla elezione del principe si procedea nel seguente modo. Si bandivano i comizii, ove, congregati i quattro ordini anzidetti, ciascuno eleggeva, per via di suffragi, 48 elettori, cioè dodici per ciascuno ordine, e in questi era riposta la somma delle cose pubbliche. Quindi gli elettori nel maggior tempio della città davano il solenne giuramento,