Pagina:Isernia - Istoria di Benevento I.djvu/215

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conte di Tocco e d’altre castella nel beneventano, e congiunto al duca Romoaldo: e qui debbo aggiungere che i Tocco furono antichissimi patrizii beneventani, e la loro famiglia cominciò ad esser nota ai cronisti sin dai tempi di Totila re dei Goti.

Intanto i greci ridussero a mal partito la città, scema di viveri e di difensori, e il duca Romoaldo, non vedendo più modo di prolungare la difesa, assentì di trattare della resa coll’imperadore, il quale vi appose molte dure condizioni. Ma già Grimoaldo erasi messo in via per liberare Benevento dall’assedio, quantunque non ignorasse che la sua partenza per le provincie meridionali potea mettere in gran pericolo il regno; poichè ad ogni altra considerazione antepose la salvezza del ducato di Benevento, che costituiva il principale fondamento della sua potestà reale. E mentre a grandi giornate muoveva l’esercito verso Benevento, spedì innanzi a sè il fido Gesualdo a dare avviso al figlio del suo prossimo arrivo; ma questi, mentre studiava il modo di penetrare occulto nella città, fu per sua sventura scoperto e tolto prigioniero dai greci, che, messogli un pugnale alla gola, lo astrinsero a invitare Romoaldo a farsi sulle mura, per annunziargli esser vano lo attendere più a lungo l’aiuto del suo genitore. Romoaldo alla nota voce si recò tosto sugli spaldi, e Gesualdo, raccomandando a lui la moglie e i figli, lo incitò a farsi animo, e a non dubitare dell’invocato soccorso, giacchè il suo genitore era già presso al fiume Sangro. Non appena ebbe pronunziate queste parole, i greci gli spiccarono il capo dal busto, e, a trarne maggiore vendetta, lo briccolarono nella città, ove tra infinite lacrime fu baciato da Romoaldo e dai beneventani, e custodito come sacra reliquia. Egli è indubitato che la morte d’un sì illustre cittadino non perde al paragone di qualunque più memorabile avvenimento che ci è dato di leggere nell’antica o nella moderna storia, e la fama di Gesualdo ben merita di essere uguagliata a quella di Attilio Regolo, di Pietro Micca e di qualsiasi più grande eroe. Romoaldo