Pagina:Isernia - Istoria di Benevento I.djvu/254

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saio di monaco, mentre avea già quasi riacquistato il potere. Rachi ubbidì, e Desiderio ebbe la corona. Questi non mantenne la promessa al Papa, poichè restituì le sole città di Faenza, Gavello e Ferrara; sicchè Stefano III, avvedutosi del suo mal talento, e agognando che niuna delle contrade confinanti col ducato romano fosse dipesa dal regno longobardo, stimolò Alboino duca di Spoleto, e Liutprando di Benevento a ribellarsi apertamente al loro sovrano, e a ridursi di nome sotto il protettorato di Pipino, il quale, perchè lontano, avrebbe meglio rispettata la loro totale indipendenza.

Di ciò prese grande sdegno Desiderio, che, giovandosi della morte accaduta in quel tempo del pontefice Stefano, e rompendola all’intutto col nuovo papa Paolo I, succeduto a Stefano, armò in fretta un poderoso esercito, e nell’anno 757 si spinse a gran furia contro Spoleto e Benevento, e traversando l’Esarcato e la Pentapoli, diede il guasto a molte città che erano state sottomesse alla Chiesa. Ai duchi non apparecchiati alla difesa mancò il tempo per congiungere le loro forze e combattere uniti il re Desiderio, per cui a questo riuscì agevole di prendere di assalto Spoleto, e far prigione Alboino. Indi mosse contro Benevento, e a Liutprando non bastò l’animo di difendere la metropoli del ducato, ma si ritrasse in Otranto, città marittima, lusingandosi di potersi sostenere in questa città. Desiderio la strinse d’assedio, ma avendo difetto di navi, la campeggiò inutilmente, e deluso levò indi a poco l’assedio.

Ma però nel marzo o aprile dell’anno 758 Desiderio nominò duca di Benevento Arechi, sua creatura, dandogli per moglie una delle sue figlie detta Adelperga,e in quel mentre chiamato a sè da Napoli Giovanni Silenziario, fece per suo mezzo proporre un’alleanza all’imperadore dei Greci, promettendogli di aiutarlo a ricuperare Ravenna, e le altre città dell’Esarcato e della Pentapoli già conquistate da Astolfo, ma a condizione che l’imperadore, fatta espugnare Otranto dalla sua armata navale, mettesse in sua mano Liutprando, di cui voleva ad ogni modo vendetta. Il greco imperadore gradì l’offerta, e fu compilato una specie di trattato, nel quale si statuì che