Pagina:Isernia - Istoria di Benevento I.djvu/66

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milio, e da Lucio Fulvio, maestro dei cavalieri; ma i Sanniti non furono lenti ad accorrere in difesa dei loro amici. I Saticulani allora, usciti dalla città, proruppero audacemente contro i Romani, i quali erano combattuti contemporaneamente al lato opposto dai Sanniti. Ma tuttavia riuscì ai Romani con savii accorgimenti di guerra di respingere dentro la città gli assediati, e i Sanniti nei loro accampamenti: e Saticola cadde nuovamente in loro potere.

I Sanniti non potendo riavere Saticola, espugnarono Plistia, città molto amica ai Romani, e tenendo dietro al dittatore Quinto Fabio, che tentava di riprendere Sora, la quale città, dopo trucidati gli abitatori Romani, erasi data ai Sanniti, vennero alle prese coi Romani presso Lentule che è un angusto passo tra Fondi e Terracina sulla via più corta del Lazio in Campania. I Romani furono interamente disfatti, e da questa vittoria dei Sanniti presero ardire tutte le città insofferenti del giogo Romano, per sottrarsi all’abborrita signoria di Roma.

Ma i Romani rifecero le loro forze, e, guidati da Caio Fabio, con un inganno assai bene ordito, insignoritisi di Sora vi commisero molta strage, e dopo posto l’assedio a Lucera, che si era nuovamente data ai Sanniti, la espugnarono al primo assalto, per essere la città posta in piano.

Di ciò adirati, i Sanniti scesero nelle pianure della Campania, ove era attendato l’esercito Romano, ed ivi ebbe luogo tra i due eserciti una campale giornata; ma la vittoria toccò ai Romani, e dei Sanniti, oltre il gran numero de’ prigionieri, perirono intorno a 20 mila, e gli altri potettero rifugiarsi a mala pena in Malevento (Benevento) città rimasta sino a quel tempo inaccessibile ai nemici.

I Romani dopo una sì bella vittoria si fecero a campeggiare la città di Nola che, sebbene difesa da grosse bande di Sanniti, tornò nella dipendenza di Roma; e dopo tali successi dell’armi romane è probabile che la guerra sannita non si sarebbe più a lungo protratta, se non si fosse levata in armi l’intera Etruria, affine di riprendere i suoi antichi confini del Tevere. E mentre l’eroe romano di quell’epoca