Pagina:Isernia - Istoria di Benevento I.djvu/68

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tuniche a varii colori e scudi adorni d’oro e di argento. Papirio, impassibile a quella vista, si volse ai suoi soldati e disse, additando i nemici, che il ferro è l’unico ornamento del guerriero, e che i fulgidi arnesi dei nemici non doveano essere considerati come armi, ma sibbene come preda dei vincitori. La battaglia fu strenuamente combattuta d’ambe le parti, ma riuscì favorevole ai Romani, e i Sanniti volti in fuga non trovarono scampo neanche nelle loro trincee che furono arse dal nemico. Le splendide armi dei vinti contribuirono a rendere più fastoso il trionfo di Papirio e a ornare il foro di Roma.

Nell’anno seguente il console Fabio passò dall’Etruria nel Sannio, e, vinti i Sanniti in Alife, vendette come schiavi i prigionieri, e siccome facean parte di questi settemila tra alleati e amici, così, indignato per un tal fatto, insorsero contro Roma molte città; nonchè gli Ernici, popolo che godeva antica fama di valore. Ciò nonostante i Romani, facendo uno sforzo, mediante una leva generale in tutti i loro stati, impedirono il disegnato congiungimento dei Sanniti con gli Ernici, e il console Marcio disfece compiutamente questi ultimi, i quali, col non essersi segnalati in verun fatto d’armi, diedero a divedere che da tempo erasi spenta in essi l’antica virtù militare. Nè andò molto che i Sanniti vennero alle mani coll’esercito di Marcio, ma essendo sopravvenuto, mentre più ferveva la mischia, l’altro console Pubblio Cornelio con nuova armata, i Sanniti, posti in mezzo a due eserciti Romani e vedendo arsi dai nemici i loro alloggiamenti, presero qua e là la fuga, e si ritrassero sui monti vicini, ove furono anche inseguiti dai romani, che li fugarono dai gioghi occupati, e li astrinsero a implorarne la pace.

Roma non fu restìa a concederla, ed appose per condizione che i vinti rinunziassero alla loro indipendenza, ma i Sanniti, venuti in furore per una tale pretensione, diedero nuovamente di piglio alle armi, però furono due volte sconfitti nelle vicinanze di Bola, e, avendo i Romani preso Sora, Cerennia, Arpino ed Isernia, si videro costretti i Sanniti a chiedere ad essi una stabile pace, o almeno una lunga so-