Pagina:Isernia - Istoria di Benevento I.djvu/88

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finchè la calamitosa guerra sociale, scoppiata nell’anno 658, attirò sul Sannio nuovi e inauditi disastri, e produsse infine la distruzione di tante città, e il totale esterminio de’ suoi abitatori.

La guerra sociale, secondo le più accreditate opinioni degli autori, prese origine dalle dimande mosse al Senato dalle città socie dell’Italia, per essere ammesse a partecipare compiutamente alla cittadinanza romana. E a conseguire l’egualità coi loro oppressori intesero prima con ogni loro sforzo alcuni individui, poi le intere città, e da ultimo molti popoli congiunti in formidabile lega.

La città di Benevento in tutto il lungo periodo di detta guerra si mantenne sempre, e fu sua gran ventura, nella fede di Roma, e rimase impassibile spettatrice dell’atletica lotta in cui tanto si distinsero i più famosi capitani di Roma.

Al primo rompere della guerra il vantaggio fu tutto dei sollevati, che, invasi dall’ingenito amore della libertà, misero in rotta più volte gli eserciti Romani, e i più rinomati generali dei Romani non seppero far fronte al prode ed audace duce de’ Marsi Pompedio Silone, ma sul finire del primo anno, dopo molti insuccessi e indicibili disastri, cominciò a mostrarsi più benigna ai Romani la fortuna della guerra. E fu allora che il console Giulio Cesare ordinò per legge che fosse conceduta la cittadinanza romana ai soli alleati che si mantennero fidi, opinando che, atteso gli ultimi fausti successi delle armi romane, potea annuirsi ai loro desiderii senza disdoro di Roma. Nel secondo anno fu ripresa più fieramente la guerra, e al celebre L. Silla fu commesso di fronteggiare con forte esercito i Sanniti. Silla in breve giro di tempo signoreggiò la Campania, e correndo contro gli Irpini, penetrò nelle parti più interne del Sannio, ove erasi ridotto il fiore dell’armata italiana, e dopo aver battuto Papio Mutilo duce supremo dei popoli collegati, ed espugnata la stessa Boviano, si mosse verso gli Appennini del Sannio, ove i fieri abitatori eransi determinati di dare la vita in olocausto alla libertà della patria. E in tal guisa ebbe termine la guerra sociale, benchè molti sollevati non si fossero