Pagina:Isernia - Istoria di Benevento I.djvu/96

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Statovi professore lungamente, come dice Svetonio, lasciò, già vecchio di cinquanta anni, la provincia, e venne in Roma; forse sperando che i lunghi studii e la pratica dell’insegnamento gli potessero aprire nella capitale una via per giungere ad una maggiore agiatezza e comodità di vita. Noi abbiamo ancora un manuale di Rettorica, edito sotto la dittatura di Silla, e sebbene l’autore di questo manuale sia sconosciuto, pure non pochi retori ed eruditi l’attribuirono ad Orbilio Pupillo; tanto più che l’aspra guerra mossa da lui agli antisofisti, quos omni sermone laceravit, consuona con le dottrine bellamente esposte in detto manuale. Ma che che si ritenga intorno a ciò, egli è indubitato che, se Orbilio non è proprio lui l’autore dell’anonimo manuale, fu uno dei più validi sostenitori di quel principio, per cui volevasi far restare la civiltà latina nella sua individualità italica, e non mischiarla, confonderla e annegarla nell’essere universale della civiltà antica.

Visse Orbilio sino a quasi cent’anni, ed aveva vista bambina la generazione che lo circondava nell’estrema vecchiezza. Vigoroso di quella salute che si acquista colla vita faticosa del soldato sopravviveva alla sua stessa epoca. La lunga vita d’insegnante lo aveva, come suole, fatto irritabile ed acre. Qualche suo motto scagliato contro uomini potenti ci rimane ancora. Galba, padre di colui che fu poi imperadore dello stesso nome, avvocato mediocre ma attivo, tozzo della persona e informe per gobba, volle a lui famoso, come per dispregio, dimandare in pubblico e dinanzi a una numerosa udienza che mestiere facesse, ed Orbilio di rimando: In sole gibbos soleo fricare.

Orbilio raccolse i libri degli annali di M. Papilio che erano dispersi, come ne fa testimonianza Svetonio, e oltre di Orazio produsse altri discepoli di chiara fama, come Scribonio e Orbilio, suo figliuolo.

I beneventani, memori delie sue virtù, gli eressero nel loro Campidoglio una statua di marmo ornata d’un manto, e con due scrigni ai piedi, che indicavano di contenere quei libri che gli erano stati amorevoli compagni nella vita. Se-