Pagina:Isernia - Istoria di Benevento II.djvu/189

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erano in Napoli, tentarono di espugnare anche Benevento, ma i cittadini deliberati di mettersi ad ogni rischio per vincere lo straniero, ributtarono con tanta bravura l’assalto, che gli spagnuoli non vollero ritentarne la prova, e si sparsero nei dintorni ponendo a ruba ogni cosa. Però le artiglierie guastarono diversi monumenti della città, e specialmente la facciata dell’antichissima chiesa dell’Annunziata, mandando in pezzi il suo campanile di pietra, che fu rifatto dai comune nell’anno 1570. Gli Spagnuoli, esacerbati per la sconfitta, avrebbero probabilmente adunate maggiori forze per occupare Benevento, la quale sarebbe stata messa a dure prove, se indi a poco non fosse seguita la pace tra il papa e la Spagna, la quale accettò di buon grado tutte le condizioni proposte, le quali non furon lievi, e il pontefice Paolo IV dichiarò che avrebbe perdonato a tutti i comuni e ad ogni privata persona che in quella campagna avessero combattuto contro di lui, escludendo solo da quel perdono i ribelli di Roma.

Dalla metà del secolo XVI in poi i papi nel concedere la investitura del regno di Napoli esclusero sempre la città di Benevento. Laonde questa seguì a reggersi a comune, e per molto tempo, non ebbero luogo in essa fatti storici di qualche importanza, di maniera che, limitata a poco più di un mezzo secolo, potrebbe ritenersi vera la esagerata opinione del Gregorovius, il quale, alludendo all’epoca intera del governo pontificio in Benevento, tanto seconda di avvenimenti politici, scrivea: «Per secoli e secoli unici avvenimenti di pubblico interesse per Benevento furono il succedersi de’ cardinali legati nel castello e degli arcivescovi nella cattedrale».

Ma intanto s’incorse in un altro danno, forse maggiore, poichè per il corso di due secoli prevalse in Italia il funesto sistema del così detto nepotismo, che nocque tanto alla dignità della chiesa e alla prosperità dei popoli degli stati pontificii. La vanagloria di rendere doviziose ed illustri le proprie famiglie invase molti pontefici di quell’epoca, e li rese dimentichi dell’altissimo loro ufficio al quale niun altro può