Pagina:Isernia - Istoria di Benevento II.djvu/193

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mutare la forma del governo. E nel giorno 11 marzo 1695 fu conceduto ai consoli di Benevento il cosidetto manto senatorio, mentre per lo innanzi non furono adorni di veruna divisa.

La nomina del Sindaco era elettiva, e da ciò derivava principalmente la totale indipendenza del Comune. Contro tutti i decreti e provvedimenti presi sia dal governadore, che dall’arcivescovo della città, sia da altre autorità, i quali fossero sembrati nocivi al Comune, competeva al Consiglio il dritto di opposizione alla sacra consulta di Roma, la quale quasi sempre, nella contrarietà dei pareri delle diverse autorità del paese, si conformava al giudizio del Municipio. E a questo poi non faceano difetto i mezzi per volgere in meglio le condizioni del paese, poiché potea dirsi libero d’imporre a suo talento i tributi, che ridondavano interamente a beneficio della città. Nè essi eran lievi, e anzi taluni balzelli parrebbero assai gravi anche ai nostri giorni, in cui sembra che niuna industria si sia sottratta alla durezza delle imposte. E infatti nei tempi che descriviamo i dazii del Comune erano i seguenti: 1. Dazio sull’acquavite; 2. Dazio sulle frutta; 3. Dazio sulla carta da scrivere; 4. Dazio sulla farina; 5. Dazio sulle carni; 6. Dazio sulle nevi; 7. Dazio sul pane; 8. Dazio sui forni; 9. Dazio sulle quattro fiere annuali; 10. Dazio sugli animali; 11. Dazio sui pizzicagnoli; 12. Dazio sulle paste di Napoli; 13. Dazio sul Quartuccio; 14. Dazio sul sale; 15. Dazio sul sapone; 16. Dazio sul tabacco; 17. Dazio sul vino. E oltre a ciò Bonifacio IX concedette alla città il governo e l’amministrazione dei casali e dei beni mobili ed immobili della Camera apostolica, il qual beneficio non fu mai più revocato dai suoi successori.

Inoltre nei casi più gravi il Consiglio astringeva i cittadini al pagamento di una tassa straordinaria, come ebbe luogo allorché per avere i viceré di Napoli impedita l’introduzione dei grani in Benevento occorse di mantenere a spese del Comune un deputato in Roma, per mandare a termine con celerità la divisata convenzione col regno di Napoli, e quando bisognò provvedere di vitto e d’alloggio le truppe alemanne al loro passaggio per Benevento nell’anno 1719.