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no 13 febbraio) fu cantato nella chiesa cattedrale, insieme ad altre cerimonie della chiesa, l’inno ambrosiano.


CAPITOLO XIV.


Non trascorsero molti giorni da che fu eretto in Benevento l’albero della libertà, che vi giunse il commissario francese Carlo Pop, per fondare la repubblica. E subito ordinò al capitolo, alle collegiate, ai monasteri di uomini e donne, e alle confraternite di consegnare tutti gli argenti superflui al culto cotidiano pel bisogno della cassa dell’armata, e giudicò superflui tutti gli argenti che non fossero stati indispensabili all’esercizio del culto, eccettuando dall’obbligo di tale consegna le chiese della Vergine delle Grazie, e dei PP. Osservanti di S. Francesco, per prevenire il pericolo di un sollevamento generale di popolo. Nè a questo si limitarono i danni della città; poiché nel 16 febbraio dell’anno 1799 giunsero in Benevento altri quattro mila francesi, che nel giorno 20 mossero per la Puglia a dare ivi una forma conveniente alla repubblica. Ma il generale Duem, che ne avea il comando, pretese dal Comune ducati tremila e cinquecento per distogliere i soldati dal pensiero di saccheggiare la città. Poco dopo lo stesso corpo d’armata, in numero di soli ottocento, tornò dalla Puglia nel giorno 19 marzo, e dopo di aver protratta in Benevento la sua dimora sino al giorno 20 aprile, ne partì per congiungersi al capo maggiore della truppa, che nel 2 maggio varcò la frontiera del regno, lasciando un piccolo presidio nei forti di Napoli, e di altri luoghi del reame, e il governo della città fu affidato ai municipalisti e alla truppa civica.

Nel giorno poi 7 aprile 600 soldati francesi presero alloggio in Benevento insieme al Commissario Andrea Valiante della terra di Ielsi, contenuta nella diocesi beneventana. Questi in nome della repubblica francese abolì le di-