Pagina:Isernia - Istoria di Benevento II.djvu/297

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Municipio di Benevento la continuazione dell’annuo pagamento di quei medesimi ducati 1500 che dal 1825 al 1860 furono pagati al collegio gesuitico sulla gabella del vino, il Consiglio Comunale nella seduta del 27 aprile del medesimo anno rigettava ad unanimità la sua domanda.

Intanto al Torre era succeduto alla Prefettura di Benevento il Gallerini, e, durante il governo di questo, fu la nuova provincia funestata dal brigantaggio e dalle reazioni. Le condizioni anormali del regno, la selvaggia ignoranza dei contadini, e la scarsa truppa destinata alla tutela dell’ordine pubblico, diedero origine al brigantaggio nel mezzodì d’Italia. E nel tempo stesso il partito clericale e il borbonico, scorgendo che le orde brigantesche travagliavano molto il nuovo governo, levarono il capo, e istigati dai fanatici, suscitarono delle reazioni in varii punti del regno. Laonde per qualche mese il brigantaggio serbò un carattere politico in queste province, e i reazionarii se la diceano coi briganti a un di presso come ai nostri giorni si veggono i clericali far buon viso ai repubblicani, malgrado che, in quanto ai principii, li divida un abisso, sol perchè gli uni e gli altri sono avversi alla regnante Casa Savoia.

Il primo comune prossimo alla nostra provincia che insorse contro il governo del re galantuomo fu Isernia. Era ivi sottointendente quel Giacomo Venditti, che, come innanzi si è detto, fu uno dei componenti il governo provvisorio di Benevento. Costui, bravissimo uomo in fondo, ma imprudente nel suo liberalismo, avendo nell’8 settembre spezzata con vitupero l’insegna di Francesco II, vietò che alcun cittadino serbasse segno o immagine del re di Napoli. Per questo fatto e per altre esagerazioni eccitò nella popolazione corrucci e livori, per il che chiamò in sua difesa una mano di Garibaldini, i quali trascesero anche a peggiori eccessi, e infine, avendo essi avuto notizia che il maggiore Achille De Liguoro, con un drappello di gendarmi, moveva da Mignano su Venafro, posero in abbandono il Venditti. Questi allora chiamò a proprio scampo le guardie nazionali, ma non