Pagina:Isernia - Istoria di Benevento II.djvu/50

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conte di Capua, quello stesso che, per consiglio di Sicone, avea edificato Sicopoli, Radelmonte conte di Acerenza, ed Orso conte di Consa a levare contro Benevento il vessillo della rivolta, e per tal modo nell’anno 840 fu costituito un novello principato detto di Salerno.

E non si rimasero a questo i nemici di Radelchi, ma indussero un tale Adelgiso a trovar modo di rendersi principe di Benevento. Ma Radelchi, accortosi de’ suoi pravi disegni, lo prevenne in tempo, facendolo in un bel giorno balzare da un verone del suo palagio, e poscia, adunato il maggiore esercito che seppe, mosse guerra a Siconolfo per riavere gli usurpati dominii, e da tali fatti derivarono lunghe guerre civili, divisioni, ed altri ineffabili mali che contristarono quei popoli, e pei quali ebbe fine la temuta e gloriosa Signoria dei Longobardi nel mezzogiorno d’Italia.

Siconolfo, divenuto assai potente per le contratte alleanze, e per le numerose milizie somministrategli dai suoi cognati Orso conte di Capua e Radelmondo conte di Acerenza, e sovvenuto efficacemente dai nemici di Radelchi, e da tutti i popoli della Campania, della Lucania, del principato di Salerno e da molti pugliesi, mise in compiuta rotta l’esercito di Radelchi, occupò e sottopose al suo reggimento la Calabria, e una notevole parte della Puglia, e, preso animo dai riportati successi, andò infine ad accamparsi sotto le stesse mura di Benevento. Ma le truppe di Radelchi, e i cittadini, memori delle antiche virtù, respinsero con gran perdita le schiere nemiche, e astrinsero Siconolfo a levare le tende e far ritorno senza alcun frutto a Salerno. Dopo tali fatti seguirono con maggiore ferocia le ostilità tra i due principi contendenti, e or l’uno, or l’altro prevalea; sicchè Radelchi, disperando di poter mai con le proprie forze soggiogare tutti i suoi nemici, non dubitò di tramandare ai più lontani avvenire segnato d’infamia il suo nome, coll’invocare a sostegno dei mal acquistato soglio l’amicizia e le armi dei saraceni odiatori dei cristiani e sitibondi sempre del lor sangue. E un sì nequitoso esempio fu subito seguito dal suo ambizioso avversario, che a difendersi chiamò altri