Pagina:Isotta da Rimino Mazzucchelli.djvu/23

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potere esser posta al paragone di lei:

Denique si dotes pergam numerare Puellae,
Nulla tibi par est foemina, nulla Dea ec.

Io sono ben persuaso che al cumulo di tante lodi possano avervi avuto gran parte e l'adulazione, e quell'entusiasmo poetico, ch'è solito di portare all'eccesso il merito d'ogni Donna, che si prende a lodare; e voglio altresì credere che que' Poeti, essendo molto cari, e famigliari a Sigismondo, si saranno lusingati d'acquistarsi maggiormente la grazia di lui, e di essa ancora, lodandola senza misure; e può anch'essere che appunto per eccitamento, o per comandamento di lui si facessero in quella guisa ad esaltarla; ma per quanto degrado si voglia dare a quelle lodi, per ogni poco tuttavia di vero merito, che vi si voglia riconoscere, converrà sempre crederla una Donna assai rara, e distinta.

Certo è che Sigismondo in sì fatta guisa l'amò, che quasi il suo amore fu superstizione, per non dirlo Idolatria (34)1: ond'è che niente omise per eternarne il suo nome anche prima che divenisse sua moglie. Imperciocchè fece primieramente gettare in suo onore varie medaglie, delle quali sei sono sinora giunte a mia notizia; e di queste io ne conservo cinque in bronzo nella mia Raccolta di medaglie d'uomini illustri per lettere, e tutte hanno la data

  1. Apostolo Zeno, Dissertaz. Vossiane, Tom. I. pag. 17.