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12 viaggio nel mar rosso e tra i bogos.


Favoriti da una gagliarda tramontana, giungemmo a Livorno la mattina seguente. Quivi si imbarcò sull’Africa il prof. Sapeto che si recava nella baia d’Assab per prendere possesso, a nome della Società Rubattino e per conto del regio Governo, d’un territorio di cui già aveva precedentemente stipulata la compra. Navigammo poscia in perfetta bonaccia da Livorno a Napoli e da questo porto a Messina, approfittando di ogni fermata per rinnovare la provvista di combustibile.

Il 20 febbraio, avevamo perduto di vista da due giorni le coste della Sicilia, quando il cielo si coprì di una densa nube nera, e cominciò a soffiare un furioso vento di scirocco, che in breve sollevò un mare tempestosissimo. Il bastimento, assai immerso pel grave carico di carbone, era tardo ad obbedire all’urto delle ondate, le quali da quando a quando ne soverchiavano le impavesate. Intanto il suo cammino si andava sempre più rallentando, talchè a momenti pareva che la macchina fosse impotente a vincere lo sforzo combinato del vento e del mare.

Sopraggiunta la notte, crebbe l’intensità della bufera. L’oscurità divenne sì protonda, che dal cassero appena si distingueva il biancheggiare dei marosi spumeggianti. Il muggito delle onde, il sibilo del vento, lo scricchiolìo dell’alberatura formavano un frastuono discordante, continuo, rinforzato di tempo in tempo dal tonfo rimbombante dei colpi di mare sulla coperta.

Era vicina la mezzanotte, quando una sbandata subitanea del legno scaraventò i miei compagni ed io dal nostro camerino nella sala comune, che presentava una scena di indescrivibile disordine: masserizie e vasellami erano scagliati ora di qua, ora di là dalla violenza del rollìo; le porte sbattevano; i mobili ballavano una ridda infernale. Nel momento stesso udimmo, malgrado l’incessante rombo della burrasca, un clamore di voci confuse che gridavano: al timone! al timone! Ed entrò nella camera un marinaio, tutto grondante d’acqua, chiedendo del capitano. Questi, che s’era allora allora ritirato nella sua stanza, uscì precipitosamente, profferendo non so quali parole fra i denti.

Che è, che non è? Non tardiamo a saperlo. Un colpo di mare ha frantumato la ruota del timone, ed il piroscafo non governa. Dalla tolda, ove son salito un istante per accertarmi del fatto,