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Pagina:Issel - Viaggio nel Mar Rosso e tra i Bogos, Milano, Treves, 1876.djvu/85

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isola di dahlac. 67


Dopo la preghiera del mattino, i marinai, in numero di otto o dieci, discesero sopra un punto della riva, in cui uno scavo mette a nudo uno strato di calcare grossolano, buono per le costruzioni, ed impugnati picconi e mazze si diedero animosamente ad abbattere e spaccar pietre e a caricare il legno, accompagnando il faticoso lavoro con lenta e misurata canzone. Nel tempo stesso io mi svestivo, e saltato nell’acqua, raggiungevo a nuoto uno scoglio algoso, patria di un mondo di bestiuole natanti e striscianti, per dar principio alle mie raccolte. Colà si aggiravano, intorno alle madrepore, argentei pesciolini (Dascyllus) maculati di nero sulla coda; altri d’un vivissimo verde (Pomacentrus); altri olivacei (Pseudochromis), che appena vedevansi insidiati si rifugiavano nei cespiti dei polipai; e sul fondo strisciavano lunghe Syllis, facendo vibrare i loro mille cirri.

V’erano poi, attaccate alla roccia, tridacne alabastrine, dalle cui valve socchiuse sporgeva il pallio del mollusco, come drappo trapunto d’oro e di seta. Io le staccavo con cautela, poi, cogliendo il momento in cui i gusci erano divaricati, troncavo con una lama di coltello i muscoli all’animale e lo cavavo fuori della sua preziosa conchiglia, affinchè, corrompendosi, non la guastasse. Recatomi quindi alla sponda, che il mare avea scavata in ombrose vôlte, feci ampia provvista di ostriche squisite, che vi aderivano in copia grandissima e pendevano come a grappoli dall’orlo delle rupi.

Più tardi, essendo disceso a terra, osservai in primo luogo che il suolo di Dahlac è costituito in quel punta da un calcare cavernoso recente, disposto in strati orizzontali, che non s’alza più di 40 metri, a un dipresso, sul livello del mare, abitualmente gremito di conchiglie e di polipai fossili in cattivo stato di conservazione, appartenenti per la massima parte a specie ancora viventi nel Mar Rosso. Inclino ad ascrivere questo terreno al periodo pliocenico dei geologi, in considerazione delle sue condizioni litologiche e stratigrafiche.

L’isola intera, ed in special modo la parte sua occidentale, è arida ed infeconda. Attorno alla baia di Nucra, infatti, non vidi altre piante che acacie, una euforbia a foglie grasse (la stessa che trovasi a Ras Gerara), cespugli di salicornie e di statice, e lungo la via che conduce a Gumeleh, nonchè presso il villaggio dello stesso nome, alcuni bei ciuffi di palma dum e piantagioni