Pagina:Istituzioni di diritto romano.djvu/100

Da Wikisource.

introduzione 97

chi lo amministrava. Solamente verso il termine di questo periodo troviamo ricordati dei Iuris Civilis professores, cui si retribuivano degli onorarj dagli alunni, per entrare ad ascoltarli nelle loro stationes. Questi maestri esclusivamente dedicati allo insegnamento, avevano delle scuole private; non erano impiegati dello Stato; soltanto sembra che per essere autorizzati ad insegnare, dovessero essere riconosciuti idonei dall’autorità, dopo una loro dichiarazione o professione di principj, onde il nome loro di professores. Nel periodo successivo lo insegnamento del Diritto diviene pubblico, ordinato e pagato dallo Stato.

§. 149. Gajo e Pomponio, per tacere di molti altri, fanno menzione di sette, o scuole (sectæ, scholæ) fra le quali si divisero i Giureconsulti Romani, nell’epoca di cui discorriamo. Il principio di questa scissura si riferisce comunemente, ai tempi di Augusto. Durante il suo Imperio vivevano in Roma due Giureconsulti: Antistio Labeone, ed Attejo Capitone emuli fra loro, ambedue illustri e di gran seguito. Divergenza nelle politiche tendenze, diversità di carattere morale, rivalità di professione, dissentimento nei principj scientifici: erano queste bastevoli ragioni, perchè fossero avversi l’uno all’altro. Antistio Labeone (figlio di Quinto, ugualmente Giurista, che combattè a fianco di Bruto e di Cassio a Filippi, e che non volle sopravvivere alla libertà di Roma), come il padre ebbe sensi schiettamente repubblicani; inaccessibile alle blandizie di Augusto, ricusò il Consolato, che questi per amicarselo gli offeriva. Viveva metà dell’anno in Roma insegnando, e scrivendo consultazioni sopra affari forensi, e l’altra metà in campagna, ove forse compose i quattrocento, o più probabilmente i quaranta volumi, dei quali si racconta che fosse autore. Scevro da ogni attaccamento servile alle opinioni dei maggiori, e propenso a favorire il progressivo svolgimento della Giurisprudenza, sosteneva virilmente le conseguenze derivanti dai proprj principj, quantunque potessero apparire innovazioni. Attejo Capitone, figlio di un Centurione, era ligio al potere, e come i suoi antenati, cresciuti in potenza ai tempi di Silla, fu cortigiano di chi comandava, si chiamasse esso Ot-