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30 | introduzione |
Questa bipartita classazione di Gajo è razionale, ed era quella dominante fra i Giureconsulti Romani; la tripartita è un tentativo di classazione più completa fatto da Ulpiano, ma non accolta generalmente. In fatti nelle Compilazioni Giustinianee non se ne parla che due o tre volte, mentre la classazione bipartita ricorre ad ogni istante ed è adottata da Modestino, Paolo, Marciano, Florentino, e dal maggior numero dei Romani Giureconsulti, i quali adoperano come sinonimi le due espressioni Jus Naturale, Jus Gentium.
La tripartita classazione di Ulpiano è stata criticata come quella che introdusse un Diritto Naturale, cui quel Giureconsulto diede una nozione siffatta, da fare sembrare che egli attribuisse Diritti e Scienza di Diritto, anche agli animali. Il Savigny opina che Ulpiano facesse quella classazione triplice, sulle seguente ipotesi: Che vi fosse un tempo nel quale le relazioni reciproche fra gli uomini fossero presso a poco quelle degli animali, l’unione sessuale, la procreazione, la educazione della prole; che a questa epoca ne succedesse una seconda nella quale lo Stato, la Proprietà, le Obbligazioni contrattuali fossero regolate uniformemente fra gli uomini tutti; che finalmente in una terza epoca, in ogni Stato fossero create delle Istituzioni speciali adattate ai particolari bisogni, e così sorgesse un Diritto particolare per ogni popolo. Che nella Prima epoca regnasse il Diritto Naturale, nella Seconda il Diritto delle Genti, nella Terza il Diritto Civile. È per avventura più esatto dire, che quella triplice divisione del Diritto significhi, che i principj del Diritto prendono origine parte dalla natura animale dell’uomo, parte dalla sua natura razionale, parte dal carattere proprio di ciascun popolo, e dai suoi speciali bisogni. Questa spiegazione tanto più sembrerà sodisfacente ove riflettasi, che la Filosofia degli Stoici, della quale Ulpiano era imbevuto, considerava l’uomo sotto questi tre aspetti: di animale, di essere libero ed intelligente, di cittadino. Che poi Ulpiano non riconoscesse nei bruti animali nè Diritti nè Doveri, è fuori di dubbio; perchè Egli in un frammento riferito nelle Pandette, dichiara che il Diritto non può essere in un modo imputabile