Pagina:Istituzioni di diritto romano.djvu/5

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2 introduzione


Per obbedire a questa legge egli deve servirsi dei mezzi, che la natura gli offre, che l’attività della mente gli fa conoscere idonei a conseguire il suo fine, purchè non intrinsecamente ingiusti. Ma se deve servirsi di quei mezzi, evidentemente ha da avere la facoltà di servirsene, e con l’adoperarli agisce rettamente, o con diritto.

Di fronte della ragione che bandisce l’ordine dei mezzi al fine, la volontà diretta al fine, deve sebbene libera, volere quei mezzi; e però deve conformarsi a quelli che la ragione le presenta. E nel conformarvisi essa va diritto al fine, al quale naturalmente tende, e però è retta o diritta; e dicesi diritto o retto l’atto con cui vi tende.

Laonde l’uomo servendosi dei mezzi, che la natura gli offre, che la ragione gli fa ravvisare intrinsecamente giusti e necessarj a raggiungere il suo fine, agisce rettamente, o con diritto; ed ha la facoltà di servirsene perchè quei mezzi sono necessarj a raggiungere quel fine, e purchè quei mezzi non abbiano nulla di intrinsecamente ingiusto.

Questa facoltà essa stessa si chiama Diritto, perchè esercitandola l’uomo agisce rettamente o con diritto.

La voce Diritto è voce d’ordine morale; germoglia la prima idea di diritto nel senso morale, perocchè deriva dall’operare diretto al fine essenziale della umana natura. Di quì discende, che l’idea di diritto è concepibile soltanto nelle relazioni fra esseri intelligenti. Applicarla ad esseri materiali o irragionevoli, tutti sentiamo quanto sia assurdo. Chi direbbe che il torrente ha diritto di inondare le campagne, o la grandine di disertarle?

La voce diritto implica l’idea di potere. Quando diciamo che abbiamo diritto di fare delle cose nostre quello che più ne aggrada, intendiamo dire che abbiamo il potere di disporne in quella guisa.

Ma il Potere presuppone una Forza. Se dunque il diritto è un potere, conviene che presupponga una forza. Ma qual forza? Forse la fisica?

La riflessione dice a tutti che il diritto non presuppone necessariamente la forza fisica, anzi che talora fra diritto e forza