Pagina:Istituzioni di diritto romano.djvu/82

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introduzione 79

pubblicana più presto ad un fantasma, che ad una realtà. Dopo la battaglia di Azio, Ottavio vincitore dei suoi emuli, rispettando in apparenza soltanto l’antico regime, tuttavia acquistò tale un dominio di fatto nello stato, che il potere popolare ebbe a venir meno. Non abolì gli antichi Comizj Centuriati; egli stesso vi comparve, e votò nella sua Tribù come qualunque altro cittadino; da essi, simulò riconoscere la sua autorità; non volle il titolo di Dittatore perpetuo, reso odioso da Silla; non cassò le antiche magistrature; ma a poco a poco si fece rivestire di tutte le autorità civili e perfino religiose dello Stato, e mostrando di accettare anzichè di usurpare il potere supremo, lo ebbe e lo adoperò con mano ferma e vigorosa. Il Senato ed il Popolo per stanchezza dell’antico governo, fomite di continue guerre civili, conferirono a stabilire la sua dominazione. Il Senato gli diede in perpetuo il titolo di Imperatore, titolo di onore col quale i soldati nell’ebbrezza della vittoria suolevano salutare i loro condottieri; titolo che da primo non indicava alcuna autorità, ma che poi designò il capo dello Stato. Dopo pochi anni (727) lo proclamò Padre della Patria, e gli attribuì il titolo di Augusto, riserbato fino allora alle cose sante. Per dieci anni gli concesse il potere supremo. Poi nell’anno 731 gli diede il potere Tribunizio in perpetuo, lochè servì meravigliosamente a stabilire l’autocrazia di lui, assicurandogli l’inviolabilità, ed il Diritto di opporre il suo veto a tutti gli atti del Senato, e degli altri Magistrati. Nell’anno 735 la potestà Consolare fu aggiunta ad accrescere la sua autorità, e poco dopo ebbe il potere proconsolare, che gli valse il diritto di amministrare le provincie. Nell’anno 737, il potere assoluto gli venne confermato per altri 10 anni. Due anni dopo ebbe la dignità di Pontefice, ed alla pari degli antichi Re di Roma, fu preside del culto pagano. Lo attributo di præfectus morum gli procurò tutte le facoltà proprie dei Censori. Finalmente sotto il titolo di Princeps, raccolse in sua mano tutto il governo.

§. 124. I suoi successori appena eletti riceverono dal popolo i poteri che Egli ebbe, ed il popolo li investì di quelli: prima con le leggi diverse e successive, poi con una legge sola.