Pagina:Istituzioni di diritto romano.djvu/92

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introduzione 89

conturbarono lo Stato prima di Augusto; corruptissima republica plurimæ leges ([[Autore:Publio Cornelio Tacito|Tacito]] Ann. 3. 27). Molte leggi furono fatte sotto il governo di Augusto, e importanti, per la procedura, e per la penalità; alcune anche pel diritto privato. Circa alla procedura furono notevoli le leggi: Juliæ judiciorum publicorum et privatorum. Intorno alla penalità: la lex Julia de adulteriis, le leges Juliæ de ambitu, majestatis, de peculatu de vi publica et privata, de fraudata annona. Relativamente al Diritto Privato, le leggi più celebri furono: la lex Julia et Papia Popea sul celibato e la sterilità; le leges Ælia Sentia et Furia Caninia che intesero a diminuire il numero delle manomissioni dei Servi. Di queste ultime leggi dovremo parlare, diffusamente, ma altrove. Accadde di frequente, che il popolo fosse chiamato a sanzionare col suo voto un Senatusconsulto. Di quì derivò, che una medesima disposizione legislativa talvolta ebbe nome di Legge, e tal altra volta di Senatusconsulto. Ma a mano a mano che il potere Imperiale andò crescendo, anche la vana formalità di consultare il popolo e di richiedere la sua sanzione, divenne rara; verso il termine del periodo attuale, cessò affatto; e le leges sparirono eziandìo di nome, dopo il regno di Nerva.

B) Senatusconsulta.

§. 143. Sul cominciare dell’attuale terzo periodo, i Senatusconsulti furono larga sorgente di Diritto Privato. Il potere popolare nella sua decadenza, tendeva a concentrarsi nel Senato. Venne tempo che un Senatusconsulto fu reputato sufficiente a rappresentare la volontà della nazione, attalchè fu omessa l’antica rogatio al popolo; ed i Decreti del Senato andarono ancora sotto il nome di Leggi. La maggior parte di siffatti Decreti Senatorj, sono deliberati sulla proposizione dell’Imperatore (ex auctoritate principis), il quale faceva conoscere la sua volontà al Senato con forme diverse. Fra queste, la più solenne era l’oratio principis, che il Principe talora da se recitava, talora faceva leggere da un Quæstor Candidatus. Le proposizioni Imperiali erano generalmente approvate per acclamazione,