Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/116

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98 na cpiasl come padrone, per liberare uelF 867 il vescovo Attanasio dalle mani del Duca Sergio di Napoli suo nipote. Giovanni Diacono (i), scrittore contemporaneo, ci racconta il fatto 9 quantunque celato ne avesse i motivi del disturbo. Ciò che sembra verisimile dietro al racconto del Cronista Ubaldo 9 si è che Sergio duca di Napoli appena successe nel governo a Gregorio suo padre, fece £ir funesti presagj sulla sua futura condotta. Accerchiato ed istigato da nomini malvagi prese a perseguitare tutt’i suoi zii, ed il suo sdegno giunse a tale eccesso che li fece imprigionar tutti, non risparmiando né anco il santo vescovo Attanasio. Dietro tale attentato altro più sacrilego fu quello di appropriarsi la Hcca rendita vescovile di detto suo zio, che versò nel suo erario ducale. Invano Attanasio affirettavasi ai dichiarare sacrileghi tali modi audaci e malvagi né tampoco valsero appo lui i monitor) del papa Adriano il; che ailzi il duca prese il partito di punire chiunque avesse avuto ardire di presentargli lettere dello stesso Papa. Dopo dieci giorni che il vescovo stava rilegato in casa, chiese licenza al suo nipote di volersi trasferire col suo clero nell’isola del Salvadore (!2)9 per dar un convito ai mo(1) lohan. Diac. Chronic. Epiacop. Ncap. in A^aoa». (3) L’ìsola del Salvadore si appartencTa alla chiesa di Napoli; ma si dubita qual fosse. Il Mazzocchi sostiene, che T’isola di Nisita bi fosse cosi chiamata fin da’ tempi di Costantino. Altri credono che tal isola fosse l’antica Megaris ^ dov’oggi è il castello dell’Oro, nella quale isoletta vi era in quel tempo un paese murato (^custrum ) appartenente anche al vescoYO, con monisteri e chiese. L’isola Megaride fu diroccata dal mare in tempo di Giovanna I. nel i343t Veniva denominata insuia major in confronto della.piccola i«>letta di