Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/121

Da Wikisource.

io5 dici mesi, dandovi giornalmente de* fieri assalii. La città mancaiido di vettovaglie cercò soccorso al conte Marino d’Amalfi,. ^ quale comecché in pace co^ saraceni, generosamente con destrezza si portò a soccorrerla con n^dite n^vi cariche di viveri (i), — Finalmente i Salernitani decisi per la salvezza della loro patria, uscirono ad incalzarli, U sangue di que’ barbari ne arrossi il lido del mare: ma la sorte che sul principio, s^ era mostrata propizia per i Salernitani, ben presto si cambiò, atte^ che ripreso il combattimento ed i vincitori trovandosi stanchi e; inabilitati alla resistenza, n* ebbero grave per«dita. La brutalità de’ Saraceni non rispettò né Tonor delle: cristiane vergini, né la venerazione de’tempj. Il sa* crilego loro re Abdìla ne pagò il fio poiché nelF atto che solennemente profanava un tempio, una trave caduta dall’alto lo stramazzò al suolo (2). La storia di questi tempi è immersa nelle tenebre. Gli scrittori contemporanei tacendo tutte quelle circostanze che sarebbero valute a renderla chiara, non ci tramandarono che pochi fatti isolati e troppo difficili per connetterne r andamento. Del conte Marino niente altro ci resta a sapere se non che di essere stato abbacinato; e deposto dalla carica mandato in Napoli dopo di aver governato anni i4 (3). (i) Anonyni. salern. I (2) 4^nooym. vSalcrn. cap. 121. i-ii fin. (3) CliroD«Amalpb. e. 9. DeniqiLe post multas, Amalphitanorum G«nte8; juravcrunt oinnes Amalphitanì, et Atranenses D. Marino filio domini Luciani filli domini Pulcbari Praefecti i et ieccrunt sibi illum pleniskimum et senioriim. Praefectum, et regnavU una cum do