Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/127

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3 09 Dobbiamo impertanto professare eterna riconoscenza a’ monaci Benedettini per la conservazione delle lettere e de^ libri ^ e risalendo nel fosco deli’ antichità troviamo ^ €he:fin’da^ tempi dd loro gran Patriarca Benedetto fioriva in quest^ ordine un insigne letteratura» secóndo ci attesta T abate Tri temio (i) — Or in que’ secoli di tene^ bre e di turbolenze gV intollerabili- Saraceni Spunto desistevano dall’apportar straggi e ruine ) annidati nella terra di Cetara ( circa quattro miglia lungi da Salerno ), s’impossessarono di <■ quel seno di mare <^gi nominato Fuonti^ cbe covrirono con innumerevoli, legni, e per mare e per terra scorrevano e devastavano le vìdne contraide; ora smngendo. Saleiaio con fiero aése^ dio 9. ora chiamati dai Gaetani contra i Capuani e quando questi desistevano ’ per poco 9 pugnavano insieme. i JBenevexitani, i. Capuani^ i Salernitani*, i Napoletani^ gli Amalfitani ed i Gre^i. — Per colmò di sventura s’agr giunse la divisione; d^l; contado di Capua.,:Glie pet k morte di Landolfo nelP 879, venne in brani diviso fra suoi nipoti (2), locchè cagionò la gran ruina de’priadpi longobardi, i quali tenendosi in perpetue discordie, tentavano sempre V u][i V altro invadersi. In cotal guisa le nostre belle contrada, che noi meritavano furono allora miseramente bagnate di lagrime e di sangue. • ••••••••••• • •■*^«La cronaca amalfitana dopo il governo di Pulcari, che durò sette anni, segna per «conte Sergio seniore figlio di Sergio di Diodato néir 884 9 insieme con Pie(i) Triihemu de viris illastrib. Ord. S. Benedicli lib. I. e. 6. pag. ai. (a) Ercheoipcrt. n. 4^^