Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/148

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i5o e valorosi, ritornando dalla visita di Terra Santa in fog* già di pellegrini) ritrovarono in Siria facile imbarco sopra i legni amalfitani, e si trasportarono in Salerno, ove dal principe Guaimario III. furono gentilmente accolti ed invitati a trattenervisi, si per rinfrancarsi dalle pene del viaggio, che per godere T amenità del paese. V accoglienza usata a costoro dal principe fugli ben presto pienamente compensata, poiché i Saraceni, cbé sovente venivano dalF Affrica e dalla Sicilia per méttere i popoli d^ Italia in contribuzione, appressatisi colla flotta presso la piazza di Salerno, minacciavano ruinarlai 8^ ella con grossa summa di danaro, non si fiisse ricomperata: il principe Guaimario, che non avea modo alcuno da difendersi, si dispose a condiscendere alle loro richieste; ma mentre ch’egli co* suoi uffiziali occupavasi a &r contribuire i suoi vassalli; i Saraceni sbarcarono a terra ed occuparono lo spazio tra 1 mare e la città che formava un piano coperto di erbe, e vi si abbandonarono a^ divertimenti, alle crapule, alle dissolutezze. I pellegrini Normanni mal soffrendo la temerità, e le angarie de* Saraceni verso de’ Salernitani, che riputavano come benefici ospiti ^ s’accinsero ben presto a somministrar loro una prova di valore. Al grido delle armi corsero fuori della città, sorpresero i Saraceni, ( che fidati nella viltà e debolezza de* paesani, a loro belr agio inantenevansi sicuri e neghittosi ), e quindi non tosto gli ebbero assaliti, che ne uccisero un numero considerevole^ e ne misero il resto in fuga, obbligandoli a rimontare su i legni con (anta celerità, da non potersi neppur riprendere i tesori che tenevano a terra. — Quanta ammirazione ed allegrezza cagionasse nel cuore de* Salernitani siffatta vittoria, ognuno facilmente può inunaginarlo. Lodi e benedizioni da pertutto echeggiavano a prò de* loro liberatori. Il principe Guaimario non sapeva io