Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/149

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i3i che modo eslernaf e la sua riconoscenza al loro merito: superlu presenti offriva- lot*o., ed i più onorevoli stabili* nienti proponeva onde far che si restassero nel paese. Ma questi altamente si protestarono di non aver per altro interesse oprato, salvochè quello di aver difesa la causa de^ cristiani, e quest^atto di pietà essere stato Tunica loro ricompensa. Per corrispondere dappoi alle cortesìe del principe, ed al desio che mostrava di aver appo di se nomini di tal sorta, gli promisero, o di ritornare essi stessi, o pure d^ inviargli giovani lor compati’ioti di pari valore. In breve essi si disposero per la partenza é Le sopraffine maniere e cortesie del principe Guaimario verso i suoi generosi difensori! non furono valevoli a trattenerli colà, egli non trovando altro modo da corrispondere nel* mentre imbarcavansi per la Normandia feceli accompagnare in segno d^ amore e di i^apetto da molti suoi Uffiziali.fino alla loro r^ione ^ con ])arche cariche di frutta le più squisite, della nostra Costiera, aggiungendovi ancora in dono vesti guarnite d^ oro e di seta, con drappi e ricchi arnesi di cavalli.. La precorsa fama di questa gente cotanto favorita nelle nostre contrade, portata colà richiamò nuovi compagni, tra quali ì figliuoli di Tancredi di Altavilla, Guglielmo, Drogone ed Unfredo, i qnali con 3oo soldati avendo liberata la Sicilia da^ Saraceni, per le ingiustizie e violenze usate da Maniace Catapono, ne presero la vendetta e ne trassero la ricompensa con togliere ai Greci la Puglia. Guglielmo ch^ per la sua forza evalore veniva soprannomato Bracciodjferro, ebbe poi il titolo di primo conte di Puglia circa Tan. io43. — Vedremo in seguito il ducato di Napoli, di Amalfi, e tutta la Terra di qua dal Faro cader nelle loro mani, e sorgere in Italia il bel reame di Napoli e di Sicilia. In colai tempi il doge d’Amalfi Mansone II carico. ^