Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/156

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i38 U primo saggio del loro valore fu allorquando U Califfi) d*E^ito nel 1118 attaccò Balduino II. Re di Gernialemme. — L* assedio di Tiro e d’Assa fu lungamente sostenuto con bravura ed essendo stati altresì chiamati da Balduino, ch’era in guerra col Re di DamascO| attaocaronlo essi a Magisfar y lo disfecero, e ne riportarono gloriose palme nel 1126. Mal soffiriva il patriarca Gerosolimitano e gli altri vescovi della Palestina, che quest’Ordine fusse esente dalla loro giurisdizione, e che in tempo d’interdetto i Spedalieri celebrassero pubblicamente i Divini Uffizj, suonassero le campane e fussero esenti dal pagare le decime. Tali controversie s’inoltrarono tanto da venire alle mani; e Guglielmo di Tiro (i) dice d’aver veduto molti fasci di dardi, vibrati dagli Spedalieri contro i Prelati I confitti dirimpetto al luogo ove fu crocifisso T uomo Dio: locchè dà motivo a questo storico di declamare contro i Spedalieri j prendendo le parti de’ vescovi. Perduta ch’ebbero i Cristiani la Città Santa nel 1187 conquistata dalle armi di Saladino (a) restò quest’Ordine escluso dalla città santa. — Ermengardo Darpt XI Granmaestro fu costretto trasferirsi di unita coi suoi nella fortezza di Margat in Fenicia, unico asilo rimasto loro di tante conquiste, e che di poi persero nel ia8&; fin(1) HUt. Belli Sacri lib. 1?. cap. 3 et sequ. (2) Il Sultano Saladino vinta la battaglia d’Uittin colla prigionia di Guido Luùgnaoo Be di Gerusalemme «restarono uccisi i Granmaestri de’ Spedalieri e Templari. Gerusalemme e la Palestina ricaddero in, potere de’ Musulmani, la ct;i funesta novella produsse tanto cordoglio ad Urbano III, che poco dopo cessò di vivere in Ferrara; il suo huccessore Gregorio Vili, ribandi la crociata, ma dopo 56 giorni tu rapito da picmatura morie.