Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/169

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desistere Gisulfo da tali modi inumani. Roberto mossosi dalle loro doglianze a compassione, spedigli deMegati pregandolo da sua parte di usar un poco più di cari*ìà co’ suoi vassalli. Ma Gisulfo il di cui sdegno eccedeva di gran lunga la sua clemenza, ributtò arrogantemente la dimanda come importuna ^ perocché il Duca vedutosi mal corrisposto, intimò guerra a Gisulfo e 8^ affrettò a conchiudere la pace con Riccardo principe di Capua, del quale era forse nemico per antica emulazione. ’ Ecco quanto ne seppe dire il sopraccitato Pugliese (i). (( Interea Ducis egregii populosa frequeuter «Poscit Amalphis opem, cui vectìgalia dudum i( Annua detulerat, nirais impugnante Gisulfo. n Scraper turbatara, terra marique reclaraans. <( Robertus, quaestu populi stimulante, Gisulfo (( Mandai Amalphicolas cesset vexare, trìbutum «Ferre sibi solitos, veteris corrumpere nolit «Foedus amicitiae, cessare sororius illum n Cogat amor: raeritasque vices se reddere spondei. <c Haec sibi Legatis mandata ferentibus, ille u Dieta superba refert negat esse sua fruiturum «Pace Ducem, nisi digua sibi famulamina solvat. «Nana perferre valeus tanti responsa tremoris «Fervidus, innumera comitatus gente, Salernum i< Dnx adit, et terrae parat, et maris obsidiooem. Il Duca Guiscardo lasciando appo Salerno una parte dell’esercito, andò col resto sopra Amalfi, e dopo aver* (i) Gugl. Pugliese lib. 3, de rer. Normaun.