Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/171

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i55 ^to di Pugjiia, di Calabria, e di Sicilia ia penoaa.4el Duca Roberto; rimanendo in GìmiUo estinta la linea ide^ principi Longobardi Salernitani. U surriferito Pugliese nel suo poema eroico, non manca in tale circostanza di tessere meritevoli e liiain«> gliieri elogi sulle due celebri città di Salerno e di AmaìR, dicendo non esservi in ItaUa pia deliziosa ed amena città di Salerno y abbondante di t^ettopaglie, di squisite fri4tta, di generosi vini e di grani, (luaT eierna primavera, ove non mancano de bei palagi ^ delle leggiodre donne e degli uomini ricolmi di probità e saviezza. Indi facendo nello stesso modo onorata memoria di A* malfi, cosi la delinea: ijuesia città vedesi abbondante di popolo e di ricchezze da non mettersi con (jualsivoglia altra a confronto per drappi, oro ed argento, come per t ardire de* marinari ed espertezza nella nautica, e col continuato traffico in Alessandria y ed Antiochia trasporr tare delle preziose merci. In questa gli Arabi j gV Indiani, Africani e Siciliani speculano le loro derrate. Questa nazione incivilita è diffusa quasi da per tutto il globo, con spedire delle grandi e ricche mercanzie ed allr^ sanili riportarne. L^ espulsione di Gisulfo dal principato dispiacque molto al papa Gregorio YH, e cercava de’ meisi onde pe-* pristinarlo nel posto; male però si appose, giacché il daca Roberto con Riccardo conte di Capua vedendo che il pontefice ammesso avealo ne’ suoi dominj, con armata mano si spinsero ad inseguirlo, e con tale ritrovato invasero lo Marca d’Ancona (i). Gregorio vedendo oc(0 PctJC’. Diaconi lib. 3. e. 4^.