Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/179

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i6i tolte. Tra le altre diedero Amalfi in custodia de’coman«danti longobardi, i quali vollero ben presto profittare de^ disordini accaduti poco prima in Cosenza ^ e siccome Ruggieri trovavasi allora occupato a reprimere la fellonia de’ Cosentini, che fin dal 1092 gli si erano ribellati; saputa la summossa d’Amalfi montò in non lieve disturbò; e sarebbe subito volato per soffocarla, se avesse avuto navi, e genti pronte per combattere. Nondimeno ricorse al conte Boemondo suo fratello maggiore, ed al conte Ruggieri di Sicilia suo zio, pregandoli di pi’estargli soccorso ed assistenza in tale impresa *, anzi, promise al conte Ruggieri la metà d’Amalfi se gliela faceva riconquistare. Perciò lo stesso conte con secondarlo in tale spedizione, unite alle milizie di Puglia e di Calabria quelle di Sicilia, con venti mila Saraceni ed imponente flotta si portò con Boemondo nel 1096 a combattere contro Amalfi (i). La città fu strettamente assediata da’ tre principi Normanni per mare e per terra (a). Malgrado una forza cotanto formidabile, gli Amalfitani valorosamente si mantennero lunga pezza sulla difesa. La città sarebbe senza fallo caduta in potere do’ Normanni, se il rumore della prima crociata promossa da Urbano U. non avesse fatto al conte Boemondo abbandonare l’assedio ^ perciocché nel sentire costui, che un esercito francese passando per Roma, andava ad imbiprcarsi in Puglia prese due clamidi di porpora che tagliò minutamente in pezzi, e crocesignossi (1) Malalerra eod. loc. Lup. Protoiip. an- 1096 et Peregrin. (a) Malaterra loc. cit. — Urbe itaque a procinctu maris n&yibus cingentes per praecipitìa circumadjacentinin roontiurn equittim et pedituni copiat prudenter ex Consilio et opere Comitis ordinantes, undique obsidione Tallant. 11