Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/219

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3or GAP. XI. Commercio degli Amalfitani e loro stabilimenti — - ^Sg^ nautiche altrimenti dette Ta^^ole Amalfitane* Dopo di aver percorso i Fasti e le Epoche prhicipali della Repubblica Amalfitana, dalla sua Origine sino al termine della Politica sua esistenza *, giudichiamo oppor* tuno ragionare de^ progressi, e dell’esteso e floridissimo commercio di questa industriosa Nazione praticato nelX e XI secolo. Non Vha dubbio che T ingrandimento e lo stabilimento degli stati si deve attendere dal commercio. Egli é qua! ponte, per cui si passa, e che ci unisce alle più remote contrade. Si comunicano e si paragonano tra loro gli uomini e le nazioni mercè di esso ^ gli uni servono di sprone agli altri, e quindi ciascuno si sforza di quagliare e di superare T altro nelF indole, nella politezza, nell’umanità e nella civiltà. È quasi regola generale, dice Montesquieu, che ot/e regna il commercio^ re^ gnani^i pure i bei costumi e le dolci maniere: all’incontro i paesi mancanti di esso sono per lo più barbari covili di saccheggiatori e corsari (i). K Italia è il pae(i) ce Scorrete tutte le contrade del mondo, e dove non trovate fo» cilìU di commercio da citU a borghi, da borghi a villaggi, d*» villaggi a capanne, dite pure che que’popoU sono selvaggi: la difie» renza sarà dal più almeno. Nelle società culle tutti sono commerciah» ti. L’avvocato vende le sue ciancia, il mercante le sue derrate ^