Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/220

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SOS M 9 dove il commercio è nato, e quando il commercio d’Europa fu tutto in mano degli Italiani, ella vide rifiorire nel suo seno t lettéte, ed arti e coltura e ricchezza. — Dacché gli Amalfitani e Veneziani furono giunti a maggior fortuna e ricchezza e che la possanza degli imperatori Bizantini andava giornalmente scemando, allora essi acquistando una maggioranza ed un condominio suir impero del mare, ne divennero gli arbitri ed i legislatori. ’ Queste dae nazioni par che avessero voluto adottare la massima di Temistocle e di Pompeo, che chiunque i^uok ingrandire il dominio sulla terra, inco’nuncia a dominare sul mare. Difalti all’ombra dell* indipendenza essi scioglievano con dispotisiho le vele da per ogni dove^ e per la loro potenza ed espertezza nel mare furono de^ Greci il valido presidio y attesoché negli Amalfitani e Veneziani fondavano le maggiori speranze per gli anfratti marittimi, ed il primo luogo occupavano nel Greco esercito, siccome lo storico Luitprando ci assicura nellV puscolo dell’Ambrosia a Niceforo Foca imperador d^ oriente (i). 9 il predicatore i suoi sermoni, il prete la sua assistenza» U bella le» sue grazie, il signore i prodotti delle signorie, H medico le sue >• vinte ciarlatanesche • Frane. Milizia opascolo d* Beone» mia pubblica e. 6. impresso in Roma dai Peiretti. (i) Luitprando scrittore del x. secolo cosi scrisse ce Verum qualis sit ejus (Nicepbori) exercitus, bine potestis cODJicere, qaoniam qui caeteris praestant, frenetici sunt, et Amaìphiumii t.um quia iidem libero utebantur in Graecorum terris commercio: unde» inquiunti tobis? Purpureae tcilicet yestes. A Veneticis et Amalphitania institaloribus, inquam, qui nostris ex viclnatibus, haec ferendo nobi» vitam nutriunt suam». V. collectio de rerum Italie, fcrip^ te. a. p. I. apod Muratorem, et Assemani re.